La partita di ritorno fu altrettanto “calda”:
Ogni volta che noi padovani ci rechiamo all’Arena Garibaldi sappiamo che andiamo in uno degli stadi più caldi della terza serie, e ci muoviamo di conseguenza. Quel giorno, vennero allestiti un paio di pullman: uno da cinquanta posti ed uno più piccolo da 25, mentre un’altra trentina di vecchie facce della curva si mosse alla volta della toscana in auto. Non eravamo in molti, ma c’erano le facce giuste, e questo era quello che contava in una trasferta a Pisa. Il viaggio trascorse nella tranquillità più totale fino al casello di Pisa, quando ci raggruppammo con tutti i mezzi: chi era giunto in auto lasciò li il proprio mezzo, facendosi dare un passaggio fino allo stadio dai pullman. Era importante rimanere uniti, e un viaggio di qualche chilometro un po’ più stretti non sarebbe stato la fine del mondo.
Tutte le volte che sono stato in trasferta a Pisa, non ho potuto fare a meno di notare come la polizia locale sia si presente, ma completamente impreparata, come disorganizzata. Non sanno prevedere le mosse della tifoseria di casa, che pure sono fatte molto alla luce del sole. Inoltre l’Arena Garibaldi, per la sua posizione praticamente in pieno centro cittadino a due passi da Piazza dei Miracoli, sembra fatto su misura per la guerriglia urbana. Ed anche in quell’occasione non venni smentito: appena i pullman svoltarono per arrivare nell’area cuscinetto, la prima cosa che vidi era il cordone delle forze dell’ordine composto da 4 (quattro!!!) vigili urbani, ed in lontananza una cinquantina di pisani che subito si mossero nella nostra direzione. Subito scendemmo dai pullman. Ma presi come eravamo dall’osservare il gruppone che si muoveva di fronte a noi non ci eravamo accorti che alcuni di loro avevano già aggirato il cordone e si trovavano sul prato adiacente, attorno alle mura. Fortunatamente se ne accorse uno dei personaggi più anziani della curva, che si mise a gridare ed indicarli: la cosa sarebbe stata comica, un tranquillo signore di 35 anni che grida “Sono la! Sono la!” mentre piscia contro un albero. Peccato che la situazione per noi non era troppo divertente. Dovevamo muoverci ed alla svelta, e senza pensarci troppo caricammo il gruppetto che si trovava attorno alle mura. Questi, presi in contropiede, iniziarono a indietreggiare lanciandoci fumogeni in serie; il gruppone di pisani che si trovava di fronte a noi prese a correrci incontro ed arrivammo a contatto prima ancora che gli sbirri della scorta realizzassero quanto stava succedendo. Furono minuti di autentico delirio, a colpi di cinghie ed aste mentre ci volava di tutto addosso. Uno dei più begli scontri a cui abbia assistito, mi sono veramente divertito, ce ne fossero di tifoserie come i pisani in giro! Loro erano in molti, ma era evidente che erano stati presi in contropiede dalla nostra mossa, ed a quel punto ce l’eravamo giocata, date e prese. Gli sbirri ci misero un po’ a capirci qualcosa, poi dopo cinque minuti abbondanti riuscirono a ristabilire l’ordine a suon di manganellate. I pisani tornarono indietro, noi ci raggruppammo fronteggiando per un attimo i blu quando tentavano di acchiappare qualcuno dei nostri. Terminate le ostilità potemmo muoverci verso lo stadio.